giovedì 5 aprile 2012

Il pericolo vero è l’avvento del Fascismo Bancario…. che i fatti ne stiano preparando l’avvento?


E’ vero. Si è vero, qualcosa nel nostro paese sta accadendo. Lo strano concatenamento di eventi che da qualche tempo pregiudicano, e non solo semplicemente influenzano, le sorti del nostro stato è chiaro. Borse in fibrillazione quasi ad orologeria in tutte le fasi governative, giudici stranamente scelti, nonostante tutto, per l’amico più stretto e fidato di Mr B., Marcello Dell’Utri, il quale molto probabilmente non vedrà mai la galera, come se qualcuno volesse comprarne la silenziosità, a discapito di altri che in galera per lo stesso reato ci sono, eccome. E’ quasi tutto lineare, come se gli eventi ci vogliano consegnare una nuova Pax, è come se i fatti avessero un obiettivo comune, quello di aprire le porte a qualcuno che verrà dopo e che non deve essere ostacolato da chi c'è adesso, un po’ come accaduto per MrB. dopo tangentopoli. Ma Berlusconi e la sua ascesa, la cui spiegazione totale e definitiva deve essere ancora scritta, erano frutto d’interessi e di un vuoto, quello dei partiti che non esistevano più. Proprio quel momento infatti, post Mafiopoli e Tangentopoli, scacciò i socialisti, i democristiani, etc etc, costringendo perfino i comunisti a darsi una nuova anima, nonostante che il Compagno Greganti avesse, a torto od a ragione, salvato capre e cavoli. Ma oggi questo non c’è, anzi i partiti sono troppi e troppo alto e penetrante il loro potere. La politica decide su tutto anche quando, paradossalmente, non si pronuncia. I partiti sono il metro reale di quanto confuso sia il nostro stato, di quale grave crisi ideologica si stia vivendo, persone che la pensano per lo più allo stesso modo, tranne che per trascurabili sfumature, sono per convenienza in partiti diversi, perché in sedi e sezioni diverse hanno maggiore peso, ecco perché, persino, la trasversalità oggi non è più una brutta parola, quando fino a poco tempo addietro era sinonimo di trasformismo. Ma questo, considerando l’amoralità dei partiti, è un problema secondario, perché i partiti comunque ci sono. Il pd, pdl, udc, etc etc, hanno sempre i loro candidati, può succedere qualsiasi cosa, ma dovunque, comune o provincia del nord, centro o sud il loro simbolo campeggierà, e saranno in maggioranza od opposizione, ma sempre la a presidiare gli interessi di tutte le coorti formatisi dietro questo o quel candidato. Allora perché, mi chiedo, ma questo è solo frutto di una sensazione, qualcosa di nuovo sta per irrompere nella scena, presentandosi come la vera ed unica via possibile? Quando e come questo avverrà non lo so, però lancio qualche spunto di riflessione, che fra le riga è possibile leggere nei fatti di tutti i giorni. Partiamo dal principio. Che in Italia tutto per ora vada male non è indubbio, che non si salvi nessuno se non le realtà che più strettamente si confrontano con l’estero è un dato di fatto, la stessa Fiat, va bene, si fa per ridere, solo all’estero. Vanno male le aziende, si riduce il risparmio delle famiglie, aumentano le incertezze, i titoli di studio seppure non de-legalizzati hanno un peso infinitamente inferiore a quello di qualche anno fa, perfino il calcio sta per collassare, basterebbe solo che qualche grande club avesse un tesserato coinvolto per affossare l'intera serie A. Tutto, appunto, va male. Alle spalle abbiamo un 2008, annus horribilis, che molto peggio è rispetto a quel tanto citato 1929, anno che usano i notisti come metro di paragone per descrivere l’impatto sociale della crisi economica. Ancora di più, nelle fabbriche non è più strano vedere scene di umiliazione, di singoli di fronte alla massa, come a mettere uno contro gli altri gli stessi operai, e poi la ciliegina sulla torta, il potere Mafioso è, come prima, un vero e proprio interlocutore politico. A Milano, come a Genova, se vuoi essere eletto o sei fortunato oppure devi passare dai Boss. Tutto questo per una persona che abbia minimamente studiato è il panorama che gli storici descrivono prima della venuta, anzi per usare i termini didattici, della comparsa dei forti partiti totalitari, i quali nella forza del singolo Leader incarnano un’idea, sviluppano teorie e sogni, celano le malversazioni che in realtà i potentati, che sostengono il potere, vogliono ottenere. Una su tutte che mi ritorna nella mente in questi giorni, e penso non sia un caso, è la diminuzione dei diritti sociali, dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali. Vi dice qualcosa questo argomento? Forse corro troppo con la mente, forse corro troppo con il rievocare il fascismo, come se qualcuno a breve volesse riprenderne le mire, come se poi i fascisti se ne siano mai andati. Forse esagero, ma se esagero lo faccio in quale verso? Esagero perché noto e metto insieme cose fra loro legate solo da coincidenze o perché il nuovo fascismo non avrà camicie nere e fasci littori ma palmari con l’aggiornamento dello spread, titoli di stato da piazzare, e persone da sacrificare sull’altare dei numeri? Non è che il nuovo totalitarismo si maschererà da diritto bancario, userà le armi della depressione finanziaria per ottenere qualcosa, anche attraverso quegli adepti che foraggia nei mass-media? La risposta non la so, e questo mio modo di fare mi ricorda il professore Ruffolo, che alle domande irrisolte a lezione sornione replica che le risposte possono essere molteplici, nella convenienza vostra troverete quella che un giorno vi sarà più utile, non essendoci univocità di vedute ed interpretazioni. Qui però non si parla di diritto, od almeno non solo, perciò Io alle prossime elezioni se vedessi un uomo candidato rappresentante delle Banche, più o meno direttamente, non lo voterò.


Ivano Asaro

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