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Ivano Asaro, Davide Mauro |
Dopo una sconfitta gli
allenatori guardano solitamente al positivo cercando di non far danni ulteriori
dove vi è già uno svantaggio da recuperare.
Per opportunismo dovremmo
anche noi fare così: star zitti, fermarci alla facciata e magari ostentare pure
qualche sorrisino.
Questo è quello che è
sempre accaduto ed è ciò che ha regalato all’arroganza la possibilità di
accaparrarsi posti d’onore nella sinistra locale.
Si potrebbe parlare di
tecnicismi, di come la nuova legge elettorale abbia fatto dissipare voti, di
dove il voto disgiunto sia andato (e da dove sia partito). Non sarebbe serio,
almeno in questo momento.
I tradimenti ce li
svelerà solo il tempo, consci che che gli indizi attuali potrebbero essere
imbarazzi futuri.
Si
obietterà: “Perché solo adesso?”. Vi chiediamo: “Bisognava farlo prima della
conferenza al Mahara Hotel arrivata in ritardo rispetto alle candidature degli
altri? Oppure discutere a giochi fatti sullo stile da adottare e sui criteri delle
nomine, a scapito di favorire gli avversari?”
Credevamo nel dott.
Bianco, persona splendida. Ci ha messo la faccia, cercando di coprire le
lacune, le deficienze e le malversazioni altrui.
Ma che dire delle
scelte assessoriali? Assurde, irragionevoli, lontane dalla realtà.
Come si può pensare di
attrarre il voto d’opinione di una società, lacerata economicamente, che si
sente per giunta tradita anche da un certo tipo di politica, facendo
affidamento al dott. Palermo, al sig. Crocchiolo o al sig. Pinta? La scelta di
quest’ultimo poi è assolutamente insensata: come può un elettore di sinistra
rivedersi nella sua persona dopo gli ultimi 10 anni di attività politica
mazarese?
Parlare di
opportunità fallite è quasi eufemistico, se si pensa che su 7 candidati, ben 5
fanno parte della sponda opposta del fiume e il sesto è un movimentista.
E cosa si fa
per sfruttare questa occasione? Una campagna elettorale anonima.
A cosa serve essere di
“sinistra” se poi si affrontano le tematiche alla stregua degli altri?
Dove sono i temi dei
lavoratori? Si è discusso di pesca per essere udibili solo agli armatori,
dimenticando di fatto i marinai. Si è parlato di opere pubbliche,
infrastruttura ed economia, dimenticando muratori, agricoltori, fabbri,
falegnami (prediligendo nei sermoni politici pseudo-imprenditori locali).
Dove sono i temi dell’antimafia, della rivalsa legalitaria,
dell’ambiente? Si è persino lasciati ad altri (quelli sostenuti dai partiti di
Dell’Utri, Cuffaro e Saverio Romano) la serenità di dedicare un minuto di silenzio per Falcone.
E’ evidente che le
scelte dovevano necessariamente essere altre, diverse, forti, contro tendenti,
ambiziose. Persino i giovani sono scomparsi fra i meandri dei discorsi:
neanche uno lanciato nella mischia a parlare di cose che conosce
(informatizzazione, banda larga, etc.).
Ed è così che Cristaldi ha potuto recitare nuovamente il
ruolo di Gulliver: gigante con i nani di questa città, nano fuori dai confini locali.
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La speranza adesso è che nessuno sia contento se l'attuale sindaco batta
Torrente (o viceversa): un progetto come quello del Partito Democratico
dovrebbe essere equidistante da esperienza di centro destra, specie con i loro
presupposti.
Vogliamo gettare benzina sul fuoco:
infiammare il dibattito e ridiscutere tutto.
Quello che serve è un passo
indietro dei vertici, occulti e palesi, dei gruppi e delle coorti che finora
hanno giostrato la situazione a loro piacimento. E’ doveroso ricominciare a
ragionare su cosa sia veramente un progetto di sinistra, che non vince da anni,
né unito (come questa volta), né diviso (come 5 anni addietro). Una fase nuova
che parta dai punti selettivi di quello che si deve essere e si vuole andare.
L’auspicio, forte e radicale, è che
chi crede di poter dare un contributo riunisca assieme gli amici con cui
condivide idee, sogni ed aspirazioni in gruppi, associazioni, comitati per
stilare una scaletta condivisa dei temi da cui cominciare a costruire su queste
macerie.
Perché se qualcuno non avesse
ancora capito: così non va!
Ivano Asaro & Davide Mauro