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Un giorno gli storici parleranno
della nostra epoca come di una fase di passaggio, come di un naturale transito
verso qualcosa di più grande, nel bene e nel male, che noi ancora non riusciamo
a distinguere, ma che ci sta già dentro ed attorno. Come ogni fase di transito,
dall’impero romano in poi, i cittadini non hanno coscienza degli anni che
passano sopra la loro testa, ma più che altro delle scarpe che hanno ai loro
piedi. Questo disegno, un po’ pessimista, vede com’è naturale che sia delle
cause e delle conseguenze ma soprattutto delle circostanze. Quando un trasloco
deve avvenire o un nuovo capo deve arrivare, l’incertezza su ciò che è da fare
o su ciò che è legittimo aspettarsi che venga fatto è massima. Così anche oggi
si hanno dubbi sul futuro, su cosa i giovani dovranno essere, su cosa gli
anziani dovranno sopportare, perfino sul destino dell’aria che respireremo.
Anche in Italia questo marasma sordo si sta compiendo. Certo però, da quando
Garibaldi ha unito la nostra nazione, ci sono le fasi di pioggia e di sole, ma
quando piove, non lo fa dappertutto con la stessa intensità. Se a Parma, città
in cui i Grillini concorreranno al ballottaggio, si può ancora sperare è perché
lo stato sociale, seppur scalfito, ancora esiste, e questo è retto in un circolo
virtuoso da un tessuto sociale che non si arrende. Se però piove anche nell’ex
paradiso parmense, da altre parti diluvia ormai da tempo: la provincia di
Trapani. Questo territorio, specie nella sua parte meridionale, descritto come
una terra impenetrabile ed oscura, annerita dalla latitanza, ormai da
cartolina, di Matteo Messina Denaro, sembra non accontentarsi mai dei
paradossi. Anzi, quasi vantandosene, ne è sempre alla ricerca di nuovi, più
grandi. Mentre scrivo queste parole, lontano dalla mia terra, ma con il cuore
tra gli amici mazaresi, mi suscita un po’ di rabbia parlare di un argomento che
non è come gli altri, perché a Mazara del Vallo nel caso in questione, non si
parla di buche o “quartare”. Parliamo di Salute! Miriadi di fatti sono accaduti
nell’affaire ospedale: farne una scaletta seppur sommaria risulterebbe
estenuante ed inutile, sia perché imprescindibile legge di natura è che il
passato non si cambia, sia perché, come recita il titolo di una celebre film, c’è
una “matassa”. Riconosco tanto la difficoltà della storia del nostro nosocomio
nell’ultimo anno e mezzo che coloro i quali me l’hanno spiegata, mi hanno
detto: “ci vuole tempo per capirla”. Per tanto cominciamo dagli ultimi fatti.
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Il 23 aprile 2012 l’Asp ha
proceduto, dopo consultazioni legali con l’avvocato di fiducia, alla seconda
assegnazione per la gara d’appalto aggiudicatasi il 7 febbraio 2012 in favore di
un raggruppamento d’imprese, risultato quindi vincitore. Di fatto però il
vincitore viene estromesso perché si riscontrano problematiche circa la
documentazione fornita, fatto che avrebbe potuto causare i ricorsi degli altri
soggetti che avevano partecipato al bando. Proprio per questo si decide allora
di rifare l’assegnazione, quando poi appare certo agli addetti ai lavori che la
ditta esclusa, il primo vincitore, presenterà egli stesso ricorso per avere
conto e ragione di quanto accaduto, fermando, è questa la tesi più accreditata,
nuovamente l’iter dei lavori. Normali storture della macchina burocratica,
direte. Il problema è che anche una goccia d’acqua se costante buca il marmo.
Mazara, di fatto entrata nel vortice lecito e prevedibile del riordino prima
regionale e poi provinciale, sembra non riuscire a vedere la luce. La gara
d’appalto è solo l’ultimo tassello di un puzzle in cui le date di consegna
servono ai politici per finire sui giornali, e le smentite provocano titoli per
i politici avversi ai primi e disagi per la gente. Le foto che vedete lungo la
pagina sono quelle dell’edificio, che adeguatamente ristrutturato, avrebbe
dovuto essere il centro d’Emergenza, atto a fronteggiare la mancanza di un
nosocomio efficiente. Come vedete non vi è possibilità alcuna di errore, il
lavoro che doveva essere pronto da mesi è ben lontano dall’assomigliare ad un
ospedale o pronto soccorso che sia. In questa situazione, in cui sarebbe facile
confondersi e lasciar perdere, come spesso si fa sotto la bandiera della
trinacria, non tutti agiscono così. Ecco che come al solito (per fortuna!) ci
sono quelli che si sobbarcano l’incombenza di un impegno che dovrebbe essere di
tutti ma che è sul groppone solo dei più coscienziosi, il Movimento di Azione
Popolare, di cui in passato avevo già parlato, ed il comitato “pro Presidio
d’Emergenza”. Anche e soprattutto a questi ho fatto riferimento per capire
qualcosa di quello che stava avvenendo. E loro per la verità me lo hanno
spiegato, sempre con il freno a mano tirato circa le valutazioni personali per
la paura di una loro strumentalizzazione, cosa per altro cercata dai politici e
che la rete non dimentica. Il quadro che descrivono vede come protagonisti
principali: la dirigenza dell’ASP, l’assessore Russo ed il sindaco Cristaldi.
Ognuno di loro in maniera diversa ha inciso su questa situazione, ognuno per
propria competenza, vera o presunta in campagna elettorale, ma questi discorsi
i comitati ed i movimenti non li fanno, limitandosi a formulare delle domande:
Questo ennesimo capitolo della
saga (quello descritto sopra) porterà ulteriori ritardi, sulla pelle dei
cittadini, ai lavori di ristrutturazione dell’ospedale?
Perché ad oggi i collegamenti da
Mazara verso gli altri ospedali non sono stati creati a dovere?
Perché la gente che arriva negli
ospedali limitrofi, Marsala e Castelvetrano, con i propri mezzi, deve essere
costretta a liste d’attesa lunghissime, rendendoli consapevoli che non c’è stato
alcun piano creato per l’aumento dell’utenza?
Perché l’assessore Russo ha
sempre dato tempi che sono sembrati fuori dalla logica e non ha mai incontrato
i movimenti, che a tutt’oggi aspettano?
Naturalmente le questioni sono
parecchie altre, questo spero lo abbiate intuito, ma tradurre tutte le
perplessità e rimostranze sarebbe gravoso e pressoché inutile in quanto le
risposte si trovano, a mio avviso, ben al di là dei singoli fogli di carta dove
la burocrazia incastona le aspettative del popolo e dove arrocca le proprie
rendite di potere e di furbizia politica. Quindi le domande da porre sono
altre, e queste appunto i movimenti, per avere cittadinanza in tutte le sedi
politiche ed istituzionali, non possono porle, ma le nostre coscienze si. Ed
allora lasciando aperta la porta alle smentite del caso, e sperando che queste
arrivino, insieme alle spiegazioni, bisogna chiedere:
Risponderà la dirigenza dell’Asp
per le sue mancanze, ad esempio quelle citate sopra? E poi chi dovrebbe
imputarglielo non è chi a sua volta l’ha scelto?
L’assessore Russo, costretto dai
bilanci regionali alla riforma, perché ha negato incontri ai movimenti? Non è
che, consapevole di non vedere l’ospedale finito da assessore alla sanità
siciliana, userà quest’argomento in probabili campagne elettorali future,
adducendo responsabilità di suoi successori? Spero di no per lui, perché poco i
cittadini hanno realmente capito di quello che lui vuole per l’ospedale, quindi
non esiste nessuno che può bloccare un progetto che non si vede, e, quello per
l’ospedale di Mazara, in cui lui ha messo la faccia, non si vede.
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Il sindaco Cristaldi, che tempo
fa, addirittura, aveva dichiarato che non si sarebbe tirato indietro ad una
richiesta del partito, Pdl, di correre per la poltrona di governatore
siciliano, che pensa della situazione dell’ospedale, argomento cruciale per
qualsiasi inquilino di Palazzo d’Orleans? Per carità non mi riferisco ai
comunicati stampa, ma proprio a lui, perché nello scrivere questo testo ho
spesso trovato, ricercando materiale, dichiarazioni del vice-sindaco Quinci,
riferimenti al consulente del Sindaco, Asaro, ma mai una dichiarazione in cui
Cristaldi dicesse: “Se non si fa così alzo una cornetta e sistemo tutto” o giù
di li. Infondo lui era stato eletto, a furor di popolo, proprio con
l’assicurazione che sarebbe stato un sindaco di valore con il pregio di avere
un peso che conta nelle stanze dei bottoni. Forse queste porte non si aprono
più o non si sono aperte per l’ospedale? O, forse per calcoli politici si è
ritenuto più opportuno stare sull’uscio aspettando eventi più propizi?
E l’intera classe politica,
novero che comprende soggetti di assoluto calibro, che hanno fatto nel
particolare? Chi può dire ad oggi per l’ospedale: “noi abbiamo ottenuto questo
risultato” (e non mi riferisco ad una conferenza o ad una promessa, ma a
qualcosa di concreto!)? Anche questo i cittadini dovranno ricordarsi alle
prossime elezioni, specie quando valuteranno che alcuni partiti come Forza del
Sud, prima Pdl Sicilia, prima ancora Pdl in maggioranza con Lombardo, sono
stati nella loro evoluzione prima a favore, poi a sfavore, poi di nuovo a
favore, poi definitivamente a sfavore del governo Lombardo e quindi di Russo.
Alla fine non ci resta che
sperare che i giochi politici non passino sopra la salute dei cittadini. E mi
viene in mente un gioco: la conta delle figurine, che si faceva da piccoli. Quando
si diceva: Baggio ce l’ho, Nesta mi manca. Così il mazarese medio, guardando
all’Abele Ajello, potrebbe dire: i politici ce li ho, l’ospedale mi manca,
paura crescente ce l’ho, la speranza per il futuro ce l’avevo ma l’ho persa.
Ivano Asaro
Bella fratè...
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