Ivano Asaro |
Per
la verità preferisco le previsioni, specie quelle ottimistiche e
cariche di parole semplici. Ma, come spesso ripeto, va da se che per
immaginare il futuro dobbiamo conoscere il presente e il passato. A
Mazara dove siamo? Da dove veniamo? Sicuramente non tutto ciò
che si dice, o si è detto, per le vie della città è tangibile.
Come si fa a quantificare un sogno, nella fattispecie quello
cristaldiano?
Partiamo da un dato di fatto: il programma elettorale. Oggi racconta una
Mazara che non c’è. Quella
piccola grande capitale del Mediterraneo ipotizzata dallo
staff del sindaco in sede di elezioni è una visione attualmente
onirica ed inevasa dalla sua giunta. Potremmo
già perderci nei mille rivoli che necessariamente un programma deve
trattare ma che raramente superano lo spazio di un secondo nella
cantilena popolare, perciò guardiamo ai punti salienti, quegli
stessi vessilli che l’onorevole aveva fatto propri:
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LA FRUIBILITA’ DELLE ZONE BALNEARI
“Le nostre spiagge
dovranno essere oggetto di attenzione non solo del periodo estivo ma
dovranno essere fruibili anche in altre stagioni: l’Amministrazione
si muoverà sulla strada del controllo e della pulizia attraverso
l’utilizzazione di personale interno e del possibile coinvolgimento
di manodopera esterna. Gli interventi mirati alla vivibilità delle
zone balneari impongono una precisa politica urbanistica per dotare
le aree balneari di spazi attrezzati per attività commerciali,
culturali e ricreativi.”
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LA SPIAGGIA IN CITTA'
Parole
roboanti che avevano convinto anche gli scettici. Ognuno si sarà
fatto un'idea sul tema (e non è questa la sede per parlarne), ma è
inutile nascondere che quel cartello sulla non balneabilità delle
acque è un ammonimento troppo severo per quelle attività che
puntano sul turismo vacanziero. La spiaggia in città in buona
sostanza non esiste ed al di là delle idee (ripeto personali) è a
tutt'oggi un punto non assolto di quel programma.
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LA FERROVIA E I PASSAGGI A LIVELLO
“C’è
un grande problema che va affrontato con determinazione: quello
legato alla presenza della ferrovia che taglia la Città in due e ne
blocca lo sviluppo oltre a provocare disagi non più sopportabili:
l’Amministrazione comunale attiverà tutti i canali per
l’eliminazione di tale barriera.”
A
mio avviso il nodo più fantasioso: la soppressione della tratta
ferroviaria che impone l'uso dei passaggi a livello nel tessuto
urbano. E’ stata una delle perle della campagna elettorale a tal
punto da costringere gli altri candidati a dire la loro. Fu talmente
geniale come trovata che anche le altre città, limitrofe alla
nostra, si avvicinarono e si interessarono, quasi ad ammettere una
loro dipendenza in quei termini dalla città del Satiro. Ma se
clamore vi fu, gli effetti di quegli annunci non hanno avuto seguito:
i canali sono rimasti inoperosi (o sordi); la città non ha
sottopassaggi come paventato da altre forze politiche, nè la
soppressione della strada ferrata. Le sbarre non si sono mai mosse
dal loro posto.
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IL CENTRO STORICO
“Dovrà
essere recuperato il Centro Storico, non soltanto attraverso una
politica di sistemazione degli edifici ma anche mediante iniziative
tendenti ad incoraggiare il ritorno nella Città antica delle
attività artigianali e commerciali. C’è un problema di sicurezza
nella nostra Città che riguarda principalmente il Centro Storico: in
tal senso, l’Amministrazione Comunale si muoverà in collaborazione
con gli Organi preposti in linea con quanto previsto dalle leggi in
vigore, prevedendo un controllo territoriale mediante l’utilizzazione
della Polizia Municipale, di volontari, di associazioni di ex
appartenenti alle Forze dell’Ordine con protocolli d’intesa con
Prefettura ed Organi preposti alla sicurezza dei Cittadini e
all’ordine pubblico. Mazara del Vallo è Città multiculturale e
questa considerazione conduce a sviluppare una politica gestionale
della Città verso lo sfruttamento di tale condizione.”
Un
fermento, specie i primi mesi di sindacatura, era rilevabile per le
vie del centro. Interventi decorativi, a volte tendenti all'arte,
sono stati una forte onda per quelle viuzze così caratteristiche.
Le
onde bagnano, ma non costruiscono nemmeno i castelli di sabbia: le
stradine abbellite sono rimaste tali e nessuno di quegli ha portato
alla nascita di attività, fuori da quelle, per altro talune
precedenti allo stesso sindaco, attinenti alla movida notturna.
Kasbah sì, ma solo per i pub e per i commercianti che resistono.
Inutile dire che il problema della sicurezza non è stato affrontato
(o per lo meno non in maniera incisiva): per informazioni chiedere ai
commercianti e residenti di tutta quell'area che va da Porta Palermo
in giù.
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LA SANITA’
“L’Amministrazione
comunale non potrà non avere un preciso ruolo nella politica
sanitaria, a sostegno dell’ammodernamento delle nostre strutture
ospedaliere e di pronto soccorso. Una politica di collaborazione con
le altre Città vicine dovrà avviare un processo di efficienza delle
nostre strutture sanitarie, con l’ambizione di scoraggiare i
cittadini a rivolgersi a strutture lontane dalle nostre Città.”
Equilibri
politici (che taluni definirebbero giochi di potere) ci hanno portato
alla situazione attuale, che è figlia di una situazione inversa: gli
amici sono diventati nemici ed i nemici sono diventati amici. Certo,
oggi Massimo Russo non è più assessore regionale e Vito Billardello
non è imputabile delle responsabilità altrui, ma è innegabile
l’assenza di sindaco e giunta al corteo in difesa del nostro
nosocomio.
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I MERITI
Sarei
ingiusto se parlassi della sindacatura Cristaldi come un periodo di
sole sconfitte e manchevolezze. L’ex deputato nazionale ha il
grande merito di aver fatto interessare la gente all’andamento
della città, di aver creato attenzione rispetto alla cosa pubblica
(cosa che non ebbe Macaddino, il quale però fece importanti opere
urbanistiche). Quante persone e per quanto tempo hanno discusso di
Corso Umberto chiuso al traffico? Sicuramente migliaia e per mesi.
Quanti cittadini hanno disquisito (e continuano a farlo) sulla
gradevolezza e l'opportunità delle ceramiche sparse per la città
senza un criterio logico? Tante, tantissime. Si è parlato di costi,
di autori. Alcune sono attribuibili allo stesso Hajto, ma lui dice di
averle donate alla città. E poi ancora i battibecchi col vescovo
Mogavero, le nomine assessoriali discutibili: Cristaldi riesce a fare
parlare di sè, sempre e comunque.
Quella
del sindaco è proprio una tecnica di comunicazione: creare amici e
nemici sulle sciocchezze, clamore sulle cose di scarso interesse.
Mentre il lavoro latita, la sopraelevata rimane un’eterna
incompiuta, si parla di giare e ceramiche.
Un’utile
mossa che solo i fini strateghi sanno fare: aprire un vortice, di
berlusconiana memoria, dove il popolo si spacca non su i fatti ma
sulle persone e chi non è d'accordo è perché ha qualcosa contro il
primo cittadino. Questo è sicuramente il più grande dei suoi meriti
(forse anche l'unico). Tutto ciò si materializzerà in un elettorato
più preparato, in grado di capire più cose, come la completa
sciocchezza della chiatta o di apprezzare la differenza tra candidati
che parlano l’italiano ed altri ancora fermi al dialetto classico.
D’altro canto però la gente sarà più integralista, affamata ed
anche più arrabbiata: una spinta che forse neanche i Grillini
riusciranno a canalizzare.
Cristaldi
ha ancora un pò di tempo per coprire alcuni determinanti omissis
della sua amministrazione, di correggere il tiro, sperando di non
trovarsi più davanti ad imbarazzanti dichiarazioni come: “E’
colpa del consiglio comunale!” o il più eclatante “E’ colpa
della crisi mondiale e della congiuntura economica”. Frasi che mal
si approcciano alla sfilza di consulenze, veri e propri orpelli di un
sultanato, che nulla hanno prodotto, se non ulteriori artifizi da
record per i loro costi.
Per
il resto sereno e, speriamo, felice anno nuovo.
Ivano Asaro, Alberto Tumbiolo