Parlare non è solo ciò che ci è proprio, ma anche quello che serve alla condivisione,al superamento dell'io egoista, al raggiungimento del meglio. Questo non è sicuro, ma è NOSTRO dovere provarci, riflettendo le aspirazioni di chi ha disegnato il futuro, disdegnando chi questo futuro vuole portarlo via.
venerdì 30 novembre 2012
giovedì 29 novembre 2012
Panelle fritte: un classico per la tradizione siciliana
![]() |
Valentina Ferrantello |
Qui sotto troverete la ricetta. Prestate attenzione a non far attaccare il
composto.
Buon appetito J
Buon appetito J
INGREDIENTI:
500 grammi di farina di ceci
1,5 litri circa di acqua
Sale e pepe q.b
Un ciuffo di prezzemolo tritato
Olio di semi per friggere
1,5 litri circa di acqua
Sale e pepe q.b
Un ciuffo di prezzemolo tritato
Olio di semi per friggere
Cottura panetto 20 minuti
SVOLGIMENTO:
- PRIMA FASE : Far sciogliere, a freddo, la farina di
ceci nell’acqua, con il sale e il pepe, facendo molta attenzione che non si
formino grumi. Cuocere a fiamma bassa mescolando continuamente con un cucchiaio
di legno (bisogna fare attenzione a non farla attaccare al fondo della
pentola), fin quando otterremo una crema piuttosto morbida ma ben compatta.
Prima di fine cottura, continuando a mescolare, aggiungere il prezzemolo
tritato.
- SECONDA FASE: Spalmare l’impasto ottenuto su delle apposite
formine di legno. Io per esempio stendo l’impasto su una teglia rettangolare
con uno spessore di circa 5/6 mm. Far raffreddare l’impasto e successivamente
tagliate in sottili rettangoli.
- FASE FINALE :Una
volta tagliate, friggerle in abbondante olio bollente. In pochi minuti saranno
imbiondite e le metteremo su carta assorbente da cucina. Vanno mangiate calde.
Risultato finale..
Valentina Ferrantello
Il ritorno di Silvio a Milanello e la rinascita del Milan!
Il patron
rossonero decide di prendere in mano la situazione. Sarà la svolta per la
stagione rossonera?
![]() |
Mirko Scimemi |
Poche
settimane fa si vociferava del Milan in vendita, di un Silvio Berlusconi pronto
a cedere la sua creatura, la sua squadra, che ha vinto tutto quel che c’era da vincere.
Si parlava di un amore finito, tramontato nella stanchezza del presidente di sperperare
denaro per una squadra che ormai aveva perso la leadership nel mondo da qualche
anno. Eppure, reclamato a gran voce, ecco che prima dell’insidiosa trasferta di
Napoli, Berlusconi si presenta a Milanello per spronare i suoi giocatori e
farli uscire dal tunnel infernale in cui sono incappati durante questa sciagurata
stagione. Ed ecco la svolta, con un amore che si accende all’improvviso: due
figure che si riavvicinano dopo anni di lontananza non possono che creare
qualcosa di speciale, tanto che i rossoneri si prendono un punto importante al
San Paolo, passano agli ottavi battendo a Bruxelles la giovane squadra
dell’Anderlecht e per concludere in bellezza, con una prestazione da gran
squadra, il Milan sconfigge la
Juventus , capolista, contro ogni pronostico. Adesso dobbiamo
attenderci grandi cose, cari lettori. Se davvero il numero uno rossonero è
tornato ad occuparsi del Milan, il calcio italiano può seriamente sperare di
tornare a dominare, con un progetto per aprire un ciclo duraturo come quello
degli intramontabili Nesta, Pirlo, Seedorf e chi più ne ha, più ne metta. Ma la
persona più scettica potrebbe chiedere: Berlusconi vuole ricandidarsi e
rilanciare la sua immagine partendo proprio dal Milan, oppure le sue sono solo
belle parole, come quelle che ci raccontava un annetto fa? Una domanda che
sorge spontanea, visti gli ingenti capitali necessari a rifondare una squadra, che
al momento nessun team italiano possiede. Ma se davvero il calcio italiano vuol
sentire l’inno di Mameli al termine di una finale di Champions League e vedere
una nuova squadra italiana padrona del campo e del calcio mondiale, allora
bisogna dare fiducia al Presidente e aspettare con longanimità e pazienza.
Mirko Scimemi
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Introduzione…
![]() |
Enrica Pugliese |
Mi chiama un amico, qualche
giorno fa, e mi chiede se ho voglia di scrivere una rubrica sull’arte per un
blog. Perché no? Non so perché abbia scelto me, ma la cosa mi lusinga e mi
rende entusiasta.
Con che cosa cominciare, se non con il concetto principe dell’arte?
L'arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana che porta a forme creative di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza.
Ma, seguendo una citazione di Samuel Taylor Coleridge, l’arte, intendendo il termine per indicare collettivamente pittura, scultura, architettura e musica, è la mediatrice e riconciliatrice di natura e uomo. È dunque il potere di umanizzare la natura, di infondere i pensieri e le passioni dell’uomo in tutto ciò che è l’oggetto della sua contemplazione.
A detta delle persone, arte è anche tutto ciò che trasmette emozioni, che fa venire i brividi ed evoca sensazioni piacevoli alla nostra mente. Personalmente non mi trovo d’accordo, dato che tutte queste sensazioni possono essere evocate anche da un tuono… ma vabè, non si può contrastare sempre l’opinione pubblica.
Con che cosa cominciare, se non con il concetto principe dell’arte?
L'arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana che porta a forme creative di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza.
Ma, seguendo una citazione di Samuel Taylor Coleridge, l’arte, intendendo il termine per indicare collettivamente pittura, scultura, architettura e musica, è la mediatrice e riconciliatrice di natura e uomo. È dunque il potere di umanizzare la natura, di infondere i pensieri e le passioni dell’uomo in tutto ciò che è l’oggetto della sua contemplazione.
A detta delle persone, arte è anche tutto ciò che trasmette emozioni, che fa venire i brividi ed evoca sensazioni piacevoli alla nostra mente. Personalmente non mi trovo d’accordo, dato che tutte queste sensazioni possono essere evocate anche da un tuono… ma vabè, non si può contrastare sempre l’opinione pubblica.
Arte è musica, pittura, fotografia,
danza, teatro, cinema, design, cucina, poesia, opera lirica e via discorrendo
nei vari settori.
Mi viene in mente una canzone di Sergio Cammariere, Vita d’Artista, che parla di come sia difficile mantenersi quando sei sempre in attesa che qualcun altro compri il tuo dipinto o venga ai tuoi concerti nei lounge pub.
Pochi sanno, in realtà, cosa vuol dire fare l’artista, studiare in conservatorio per dieci anni per i musicisti o nelle scuole/università d’arte con la speranza di trovare un lavoro dopo un quarto di secolo di sacrifici immani.
Ma ritorniamo al discorso di arte. Adorno diceva che il compito attuale dell’arte è di introdurre il caos nell’ordine. Jean Arp che l’arte è un frutto che cresce nell’uomo, come un frutto su una pianta, o un bambino nel ventre di sua madre.
Quello che sento più vicino a me, però, è il pensiero di Henri Miller: “L’arte non insegna nulla, tranne il senso della vita.”
E’ vero così. In fondo.. cos’è che insegna l’arte, se non il senso della vita e il modo in cui coglierla?
Mi viene in mente una canzone di Sergio Cammariere, Vita d’Artista, che parla di come sia difficile mantenersi quando sei sempre in attesa che qualcun altro compri il tuo dipinto o venga ai tuoi concerti nei lounge pub.
Pochi sanno, in realtà, cosa vuol dire fare l’artista, studiare in conservatorio per dieci anni per i musicisti o nelle scuole/università d’arte con la speranza di trovare un lavoro dopo un quarto di secolo di sacrifici immani.
Ma ritorniamo al discorso di arte. Adorno diceva che il compito attuale dell’arte è di introdurre il caos nell’ordine. Jean Arp che l’arte è un frutto che cresce nell’uomo, come un frutto su una pianta, o un bambino nel ventre di sua madre.
Quello che sento più vicino a me, però, è il pensiero di Henri Miller: “L’arte non insegna nulla, tranne il senso della vita.”
E’ vero così. In fondo.. cos’è che insegna l’arte, se non il senso della vita e il modo in cui coglierla?
Enrica Pugliese
mercoledì 28 novembre 2012
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martedì 27 novembre 2012
lunedì 26 novembre 2012
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domenica 25 novembre 2012
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sabato 24 novembre 2012
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giovedì 22 novembre 2012
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mercoledì 21 novembre 2012
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martedì 20 novembre 2012
TRADIMENTO GELIDO
Ci sono date che contano, che ti rimangono nel
cuore, più di quanto si possa immaginare. Si potrebbe pensare che si stia parlando
di guerre, politica, amori, pensieri legittimi, ma non è così.
31 maggio 2009; 20
maggio 2012, date corrispondenti alle
ultime partite in assoluto di Paolo Maldini con la maglia rossonera e di
Alessandro del Piero con la casacca della
“Vecchia signora”. Non tutto va come dovrebbe andare, tantomeno gli
addii, nemmeno se si tratta dei due tra
i maggiori talenti del calcio italiano e dell’intero panorama mondiale. Certe
volte non basta una vita di dedizione, di successi, di assoluta fedeltà a dei colori per lasciarsi
con il dovuto rispetto.
- -24 maggio
2009: ultima partita al Meazza di Paolo Maldini. Tutto faceva presagire una
grande festa, ma così non è stato; tutto è stato rovinato da un’intera curva che
contestava il proprio capitano
ritenendolo “poco rispettoso”, appoggiando quindi la linea societaria
che lo avrebbe voluto fuori dal club, almeno per quel momento.
- - 13 Maggio
2012: uno Juventus Stadium gremito tributa Alessandro del Piero con ole, cori e
pianti da parte dei più accaniti sostenitori
- e per quanto mi riguarda, piansi da casa. Dunque, dov’è il problema?
Ultima partita con goal, affetto dei tifosi, cosa chiedere di più? Ah sì, c’è
che non va il comportamento della dirigenza bianconera e nella fattispecie del
presidente Andrea Agnelli, che da tempo
aveva scaricato senza preavviso il giocatore più rappresentativo dell’intera
storia bianconera. Alessandro, Paolo, non ve la prendete troppo se siete stati
traditi, se l’etica non trova più spazio nel calcio - quasi a specchio di
un’intera società - a favore invece della pragmaticità e del rigore
finanziario. VOI PER SEMPRE CON NOI!
Gaspare Polizzi
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NBA 2012/2013: Finale annunciata??
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Davide Mauro |
È cominciata da poco meno di
un mese la 67° edizione del campionato di Basket più bello e spettacolare del
mondo, l’NBA. Come ogni anno alla Regular season di 82 partite seguiranno i
playoff, dove si affronteranno le 8 migliori squadre delle 2 conference. Le 2
squadre vinceranno le rispettive conference daranno vita alla finale NBA, un
sfida al meglio delle 7 gare che determinerà i campioni. L’ultima stagione ha
visto trionfare i Miami Heat di Lebron James, che hanno avuto la meglio sugli Oklahoma
Thunder di Durant. Lebron James è riuscito a vincere il suo primo titolo e ha
dimostrato di essere il miglior giocatore nel panorama cestistico mondiale. Anche quest’anno gli Heat sono i principali
candidati, perché oltre ad aver acquistato maggior consapevolezza della propria
forza e avere anche meno pressione da parte del mondo intero, hanno aggiunto
dal mercato Ray Allen che gli assicurerà
tanti punti dalla panchina e un po’ di esperienza. Ma per ripetere il successo
della scorsa stagione dovranno avere la meglio su alcune squadre che hanno
acquisito esperienze rispetto lo scorso anno e si sono rinforzate notevolmente.
Parlando della Eastern Conference, la stessa dei
Miami Heat, la squadra che sembra maggiormente in grado di impensierire i
campioni in carica sembrano i Boston Celtics, battuti l’anno scorso solo in
gara 7 delle finale di conference. I verdi hanno perso Ray Allen passato ai
rivali ma hanno fatto aggiunte importanti al roster e potranno contare su uno
dei Playmaker più forti della lega, Rajon Rondo, che l’anno scorso si è
consacrato definitivamente. Sempre ad Est mi suscitano curiosità i New York
Knicks che sulla carta avevano un roster fortissimo già la scorsa stagione, ma
non avevano trovato la chimica giusta; quest’anno sembrano esser partiti
fortissimi anche grazie all’inserimento di un paio di vecchietti come Jason
Kidd e Rasheed Wallace, che fisicamente non saranno più al top ma che
hanno un’intelligenza cestistica superiore alla media e porteranno tanta esperienza ad un roster che fa di Carmelo Antohny il
proprio giocatore migliore. Altra squadra che potrebbe inserirsi nella lotta
alla finale di conference sono i Broklyn Nets, forse la novità più grande della
nuova stagione, in quanto c’è stato il ricollocamento della franchigia dal New Jersey a Brooklyn. La
squadra è forte, anche se non sembra da titolo, ma vederli giocare nella nuova
arena il Barclays center sarà uno spettacolo e il derby con i cugini dei Knicks
sarà una partita da non perdere. Possibili outsiders ad est potrebbero essere i
Chicago Bulls, i Philadelfia 76ers e gli Indiana Pacers. Se Chicago non avesse
avuto l’infortunio di Derick Rose, loro giocatore migliore, ed MVP della
stagione 2010/2011, sarebbero ai livelli degli Heat; ma l’assenza del PlayMaker peserà
tantissimo sui Bulls che sembrano
avviati ad un anno di transizione per
ricominciare a provare l’assalto al titolo dalla prossima stagione quando Rose
sarà probabilmente completamente rigenerato. Altra incognita sono i
Philadelphia 76ers che hanno acquistato dai Los Angels Lakers il secondo miglior centro della lega, Andrew Bynum, che
però dall’inizio stagione non ha giocato nemmeno un minuto a causa di infortuni
che si porta dietro dall’inizio della sua avventura NBA. Se Bynum si riprendesse i 76ers ad est sarebbero
secondi solo agli Heat, senza Bynum andranno ai Play Off a fare da comparsa.
Gli Indiana Pacers sono la rivelazione della scorsa stagione, sono riusciti ad
arrivare ai Playoff e perdere solo al secondo turno dai Miami Heat. Quest’anno
si ci aspetta il salto di qualità a livello mentale da parte di questo ottimo
gruppo, se arriverà allora possono battere chiunque; se invece non innalzeranno
il loro livello rispetto lo scorso anno, rischieranno di uscire subito al primo turno.
Per quanto riguarda l’Ovest i favoriti d’obbligo
dopo le trade estive non possono che essere i Los Angeles Lakers, la franchigia
più famosa del mondo che, ad un roster composto già da giocatori del calibro di
Kobe Bryant, una delle più forti guardie della storia del gioco, Metta World
Peace e Pau Gasol, ha aggiunto il miglior playmaker degli ultimi 10 anni, Steve
Nash e il più forte centro attualmente
dell’NBA, Dwight Howard. L’inizio è stato uno dei peggiori di sempre nella
storia della franchigia e dopo tantissime sconfitte nelle amichevoli di
pre-season anche il campionato non è iniziato nel migliore dei modi, al punto
che la dirigenza ha preso la decisone di esonerare Mike Brown e ingaggiare Mike
D’Antoni, che ha fatto le fortune di Milano da giocatore e che da allenatore ha
sempre fatto giocare alle sue squadre una pallacanestro spettacolare ma mai
vincente. Le incognite sono moltissime, c’è da vedere se il 38enne Nash
riuscirà a giocare come nelle ultime stagioni, come sarà la convivenza tra due
accentratori come Nash e Bryant, se il sistema di D’antoni è quello giusto per
questi giocatori e soprattutto se la pallacanestro di D’Antoni riuscirà ad
essere vincenti a livello dei Playoff Nonostante le molte incognite il roster dei
Lakers è sicuramente con i nomi il più forte dell’NBA ma ci sarà da vedere cosa
faranno in campo. Dietro ai Lakers a Ovest ci sono tante squadre ottime che
possono puntare ognuna alla finale. Ci sono i giovani Thunder che nonostante la
perdita di Harden, sacrificato per gestioni salariali, possono contare su 2
stelle assolute come Westbrook e Durant, più la crescita di Ibaka. Poi ci sono
i San Antonio Spurs formati da un terzetto, Parker-Ginobili-Duncan, che ha già
vinto 3 titoli NBA, il roster è ottimo ma c’è da vedere se quei tre,
soprattutto Duncan, non comincino a sentire i segni della vecchiaia.
Grossissima incognita potrebbero essere i Memphis Grizzles, che dispongono
probabilmente della coppia di lunghi meglio assortita della lega, se i 2 lunghi
non avranno noie muscolari daranno parecchio fastidio a tutti gli avversari. Chance
di fare bene hanno anche i Los Angeles
Clippers, i cugini meno famosi e storicamente più scarsi dei Lakers, l’hanno
scorso hanno fatto notevoli passi avanti grazie all’acquisto del miglior Play
della lega, Chris Paul e al giovane ed esplosivo Blake Griffin, per il titolo
gli manca qualcosa, in estate hanno acquistato Hill e Odom, se questi due
giocano al meglio allora i Clippers possono dire la loro e provare ad arrivare
alle finali. Possibili incognite ad Ovest possono essere i Denver Nuggets, i
Minnesota Timberolves e i Dallas Mavericks, i primi sono la squadra dove gioca
Danilo Galliari ,uno dei 3 Italiani che giocano in NBA. Il loro roster è profondo, sono forti ma per
sperare di vincere i titolo gli manca l’”all star” che li guidi nei momenti di
difficoltà, riusciranno ad arrivare a i play off ma spegnendosi al primo turno. I Timberwolves hanno un ottima
squadra, una delle rivelazione della scorsa stagione, Ricky Rubio, per ora
fermo ai box dopo un butto infortunio della scorsa stagione, e un ottimo lungo
quale Kevin Love che l’anno scorso ha dominato in tutte le arene dove ha
giocato. In questo inizio di stagione stanno avendo tanta sfiga infatti
all’infortunio di Rubio si è aggiunto quello di Love e nonostante questo non
stanno facendo male, certo per centrare i playoff devono sperare che quei 2
tornino al top, anche con Rubio e Love speranze di titolo non ne hanno, ma sono
una squadra da tenere d’occhio per il futuro. E infine Dallas, che fino a
quando potrà contare di Dirk Nowitzki sarà sempre competitiva, anche se ormai non più ai
livelli di titolo, vinto 2 stagioni fa, hanno cambiato un po’ tutta la squadra
aggiunto dei giocatori come Mayo e Collison che potrebbero esplodere
definitivamente, ma sono una squadra da primo turno di playoff e non oltre.
Parlando di finale tutti gli
addetti ai lavori, e non solo, sono pronti a scommettere su una finale
Laker-Heat. Questa finale è un po’ il sogno di tutti gli appassionati della
lega e quasi di un intera nazione che spera di vedere uno contro uno in una finale, 2 fenomeni assoluti come Bryant e James, che
rappresentano il passato e i futuro di questa lega. La finale sembra scontata ma le sorprese sono
dietro l’angolo.
Davide Mauro
Torta con crema all'arancia
![]() |
Valentina Ferrantello |
Pioggia , vento e clima freddo sono i peggior nemici della
nostra salute abbassando notevolmente le
nostre difese immunitarie; E allora cosa c'è di meglio di una buona dose di
vitamina C, vitamina importantissima per il corretto funzionamento del nostro
sistema immunitario?
Oggi vi proporrò una ricetta dove l’ingrediente principale sarà L’ARANCIA ( agrume di Sicilia contenente vitamina C).
Perché non provare a rendere la vostra merenda salutare, nutriente e allo stesso tempo golosa?
Ecco una ricetta che verrà incontro a tutte queste esigenze. Ottima anche per iniziare al meglio la vostra giornata .
Buona giornata e buon appetitoJ
Oggi vi proporrò una ricetta dove l’ingrediente principale sarà L’ARANCIA ( agrume di Sicilia contenente vitamina C).
Perché non provare a rendere la vostra merenda salutare, nutriente e allo stesso tempo golosa?
Ecco una ricetta che verrà incontro a tutte queste esigenze. Ottima anche per iniziare al meglio la vostra giornata .
Buona giornata e buon appetitoJ
TORTA : ORANGE CAKE
INGREDIENTI:
Per il pan di spagna: 03 uova, g.200 di zucchero, g.300 di farina, la scorza di nr.2 arance grattugiate, il succo delle 2 arance, 1 bustina di vanillina, g. 100 di burro, mezzo bicchiere di latte , 1 bustina di lievito per dolci, zucchero a velo.
Per la crema: Ingredienti:200 ml di latte 300 ml di succo di arancia filtrato 2 uova intere 40 gr di farina 150 gr di zucchero
Cottura del pan di spagna: forno già caldo a 175 ° per circa 40 minuti.
SVOLGIMENTO:
PREPARAZIONE PAN DI SPAGNA
- PRIMA FASE : separare i tuorli dalle chiare delle uova e metterle in recipienti separati. Mettere un cucchiaio d'acqua calda sui tuorli poi sbatterli con la frusta elettrica fino a renderli gonfi e spumosi. Quindi aggiungere g.150 di zucchero e continuare a sbattere fino ad ottenere una crema molto chiara. Aggiungere la scorza delle arance grattugiate, il burro fuso ma non caldo e il succo d'arancia e mescolare con la frusta.
- SECONDA FASE: montare a neve le chiare, aggiungendo prima un pizzico di sale fino per facilitarne la monta. Aggiungere lo zucchero rimasto (g.50) e continuare la monta fino ad ottenere una crema bianca e lucida.
- FASE FINALE : Riprendere la crema dei tuorli ed aggiungere la farina a cucchiaiate, versando anche mezzo bicchiere di latte. Dopo aver amalgamato la farina, aggiungere la bustina di lievito, la bustina di vanillina e mescolare all'impasto.
A questo punto prendere le chiare d'uovo montate a neve e versare il tutto sull'impasto di farina. Con un cucchiaio mescolare delicatamente con movimenti circolari facendo inglobare aria al composto che deve risultare morbidissimo.
Preparare la tortiera imburrata e cosparsa di farina su tutta la superficie.
PREPARAZIONE DELLA CREMA
Sbattete leggermente le uova con lo zucchero, aggiungete la farina ed amalgamate, unite il latte con il succo di arancia ed aggiungete al composto. Mescolate senza lasciare grumi e ponete sul fuoco fino a fare addensare la crema; lasciar raffreddare in pentola o in un recipiente.
A questo punto dividete la torta, bagnate con la bagna per dolci (rum) e spalmate la crema all'arancia.
Valentina Ferrantello
Il Faraone conquista tutti: El Shaarawy non si ferma più
L’attaccante del Milan con
il decimo gol in campionato conferma di essere un vero talento e di sicuro
avvenire
![]() |
Mirko Scimemi |
Il
Piccolo Faraone allarga il suo regno. La
doppietta con cui Stephan El Shaarawy ha regalato un insperato pareggio al
suo Milan è l'ennesima conferma di quanto la giovane punta italo-egiziana possa
davvero rappresentare il futuro, e non soltanto per i colori rossoneri. Stephan El Shaarawy è il
giocatore del momento,il talentuoso attaccante del Milan che riempie le pagine
dei quotidiani italiani dopo le sue prestazioni in campionato. Il Faraone si è
preso il Milan e sta salvando la “pellaccia” a mister Allegri,è diventato
fondamentale nell’economia del gioco milanista,i suoi movimenti sono letali per
tutti,13 presenze con 10 gol sono un chiaro segnale. A proposito di gol:
rischiamo di non trovare più aggettivi, perché la doppietta del San Paolo è
l'ennesima conferma di un talento limpido, sublime. Il Milan ha trovato un
potenziale fuoriclasse. Senza dubbio il suo exploit è stato agevolato dalla
scarsa tecnica presente nelle file rossonere e dall’assenza ingombrante di un
gigante come Ibrahimovic. Oggi tutti tessono le lodi di El Shaarawy,dal più
scettico al tifoso più accanito e non potrebbe essere altrimenti,partita dopo
partita conferma le qualità non soltanto segnando gol fondamentali,ma
recuperando palloni in difesa lanci lunghi per i compagni di reparto e tanta corsa.Nei
post-partita dedica i gol alla squadra dimostrando di avere carattere a
sufficienza per essere il vero trascinatore di una squadra in completa deriva. L’ex
Genoa dovrebbe essere preso come esempio da tutte le squadre italiane,ha mostrato
che anche nelle nostre primavere possono sbocciare giocatori di grande talento,vedi
Verratti (ora perno del centrocampo del PSG). La mentalità del calcio italiano
deve cambiare,dobbiamo dare una svolta a questa crisi che ci sta allontanando
sempre di più dalle grandi del panorama mondiale,un gap che nemmeno la Juventus campione
d’Italia riesce a colmare. Credere nei giovani talenti per ripartire e tornare
a primeggiare in Europa e nel Mondo, El Shaarawy su tutti!
Mirko Scimemi
lunedì 19 novembre 2012
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sabato 17 novembre 2012
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venerdì 16 novembre 2012
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giovedì 15 novembre 2012
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mercoledì 14 novembre 2012
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martedì 13 novembre 2012
Cristaldi nomina la nuova giunta: facciamo finta non sia vero
Ho scritto, riscritto, cancellato e poi di nuovo
riscritto decine di volte questo testo, quasi fino alla sfinimento ed alla
voglia di mollare: ne sanno qualcosa gli amici che ho assillato alla ricerca di
pareri (che speravo potessero essere confortanti) e la tastiera del mio
notebook che ormai compone a memoria certi nomi.
Però alla fine mi sono convinto, ritenendo che fosse
giusto farlo: è importante testimoniare che ci siamo e che ragioniamo (anche se
magari poi la nostra opinione non è importante al pari di quelle di Eco,
Montanelli o Biagi). D’altronde “non siamo responsabili di ciò che troviamo, ma
di ciò che lasciamo”.
Banalmente
prima di parlare della fame nel mondo e della risoluzione del conflitto
israelo-palestinese, dobbiamo guardarci intorno: il famoso giornalismo residente di Giacomo Di
Girolamo, per dirla alla maniera di quelli bravi. E quindi discutiamone.
Come ho avuto modo di dire nel post precedente, il
successo di Grillo e dei suoi attivisti nella corsa a palazzo d’Orleans ha
dimostrato che i Siciliani non sono un popolo di minorati mentali: anzi, senza
tanto scalpore, hanno scelto un presidente della regione omosessuale.
Da ciò
non può che derivare una forte presa di posizione della classe dirigente locale nel non proporre più i vecchi giochini delle sedie
che gli elettori rimuovono, e
poi misteriosamente
riappaiono per volere di padrini politici. Per questo a Mazara, almeno a parole, ci si aspettava
che si cavalcasse in qualche maniera la vittoria “crocettiana”. Macchè! Si è
preferito perpetuare il solito vecchio rito della politica fatta ad uso e
consumo dei politici. Vediamo come.
Nel giro di 24 ore saltano due uomini della giunta
municipale. Il primo, l’assessore Siragusa, colonello del senatore D’Alì, si
dimette per “[…] elementi
di giudizio esclusivamente politico che non mi consentono di continuare a
coadiuvarLa nel Suo programma, e,
volendo proseguire il mio impegno senza se e senza ma nel Popolo della Libertà,
ritengo opportuno rinunciare al mandato svolto in questi tre anni.”
Il secondo, l’assessore La Rosa, uomo di Grillo Massimo,
rassegna le proprie dimissioni per “[…] l’impossibilità di portare avanti il programma
del Sindaco e del Movimento Liberi, di cui sono stato fondatore, coordinatore e
promotore assieme ad altri amici, che oggi siedono in consiglio comunale”
E il sindaco Cristaldi? Lancia il “[…] Partito-Città, cioè un
insieme di persone e di intelligenze disposte a superare le proprie
tradizionali posizioni ideologiche per dare luogo ad una entità che, mantenendo
salda l’anima della vera politica, faccia riscoprire un terreno di valori e di
principi basati su onestà, trasparenza e voglia di crescere, anche se appare
dura a morire la logica del ricatto che dovrebbe, ad esempio, consentire a chi
si trova a ricoprire la carica di Consigliere di tentare di condizionare chi ha
avuto dalla Gente il potere di amministrare.”
Un
modo, a suo dire, per chiamarsi fuori da “questi partiti”
che “non rispondono più alle
esigenze della nostra società e si sono trasformati in meccanismi infernali
[…]”
Facciamo
un passo indietro. E’ il 29 ottobre. La Sicilia ha votato i propri
rappresentanti. Mazara festeggia la vittoria straniera di Gucciardi e Turano,
ma non di qualcuno che abbia i natali tra il Mazzaro e il Delia. Soprattutto
sceglie di lasciare a casa, con un risultato elettorale deludente, Duilio
Pecorella (candidato in pectore proprio del sindaco Cristaldi), candidato
all’Ars con il PDL (Musumeci presidente designato) e Vito Billardello,
candidato del centro sinistra, nella lista Crocetta presidente.
Nulla di strano se non fosse che Cristaldi,
dopo aver azzerato la giunta e averne riconfermato la metà, li ripeschi come
“nuovi” assessori.
Ora
chiunque abbia seguito un pò la politica risulterebbe frastornato: possono due soggetti correre contro nello stesso bacino
elettorale ed essere allo stesso
tempo collaborativi?
“Potere della poltrona” dirà qualcuno ironicamente. Concordo e rilancio: come si può parlare di superare la logica dei partiti che vogliono
soltanto “[…] assicurare la
sopravvivenza di una classe dirigente sempre più staccata dalla gente” nominando
assessore Duilio Pecorella (peraltro già consigliere, nonché assessore
provinciale)? Lo stesso, che tra le pagine del suo sito, ha lanciato lo slogan: “CAMBIARE LA SICILIA… e anche il PDL” spiegando di aver voluto
“utilizzare questa frase perché, in un momento così particolare, noi giovani dobbiamo essere protagonisti del cambiamento e soprattutto del nostro futuro. C’è bisogno di giovani, di entusiasmo e di idee ottimistiche per poter insieme rinnovare la Sicilia, la politica e il mio stesso partito. La nostra generazione ha il dovere di scendere in campo.”
“utilizzare questa frase perché, in un momento così particolare, noi giovani dobbiamo essere protagonisti del cambiamento e soprattutto del nostro futuro. C’è bisogno di giovani, di entusiasmo e di idee ottimistiche per poter insieme rinnovare la Sicilia, la politica e il mio stesso partito. La nostra generazione ha il dovere di scendere in campo.”
Un panegirico di bei propositi che
alla
luce dell'accettazione della nomina ad assessore lascia il tempo che
trova. A tal proposito voglio rivolgermi
proprio a quei giovani pdellini che per le strade, sui
social network, nelle famiglie e tra gli amici si sono messi in gioco. Fuori
dalle foto di aperitivi gaudenti, di comizi abbozzati e di giacche d'ordinanza, come avete
accolto voi questa scelta del sindaco e la decisione del neo-assessore Pecorella di accettare? Siete stati interpellati? Avreste gradito una scelta meno ambigua?
Pensate si tratti di un esempio di politica onesta?
Transitando sul
versante opposto fa meno scalpore (ma non troppo!) la scelta di Vito
Billardello, che certamente non ha mai mancato di riconoscere “al Sindaco Cristaldi elevate
capacità politiche e amministrative”, precisando
comunque “queste
qualità non vengono spese”. Forse
riuscirà anche a spiegargli che è necessario iniziare “un confronto costruttivo con il
consiglio comunale”.
Nessuno fa
mistero poi che l’esordiente assessore sia uomo fidato di Massimo Russo. E
anche qui la politica, quella delle barbe bianche, ha scritto tanti capitoli: l’ex magistrato e il sindaco mazarese vengono da diatribe
terribili (talvolta anche personali), durante una campagna elettorale, quella delle scorse
comunali,
furente e personalistica. Con il tempo però le parti si sono
avvicinate: si vocifera che Cristaldi cercò riparo politico in quella sponda, quella dell’ex presidente della
regione,
dal momento che furono lampanti delle incrinature con D'Alì; altri sostengono che sia stata una
convergenza solo politica. Sta di fatto che i due hanno inaugurato un'area emergenziale, mai
funzionante, di comune accordo. Non dimenticando che la notizia della
nomina di Billardello arriva dopo quella paventata della
presunta nomina assessoriale per la Di Giovanni (che ricordiamo essere stata sparring partner di
Cristaldi alle elezioni).
Billardello
comunque si occuperà di Trasparenza, Legalità, Solidarietà e Pubblica
Istruzione. E chissà, che essendo coordinatore dell’MPA – Progetto Sud, “popolato
da fantasmi”, in un prossimo futuro gli possa spettare anche la delega
ai servizi cimiteriali.
Questo discorso è stato lungo e dispendioso. Forse
troppo. Ma le idee si fanno sui fatti e senza di essi non esistono idee
valide. Infondo però Sono un sognatore. Ho provato anche ad immaginare che tutto ciò che vi ho raccontato
non sia vero: che la nuova giunta sia composta da gente completamente
sconosciuta dal punto di vista politico, da insegnanti precari, da under 25, da marinai che parlino la voce del mare stuprato da guerre del pesce
e del gasolio, da gente che non dia modo ai grillini di parlare della
solita politica politicante. Ho provato ad immaginare che Cristaldi non abbia
nominato questi nuovi assessori, che abbia smesso di pensare che si può dare a
bere alla gente qualsiasi cosa. Ma
la verità è che il sindaco dovrebbe fare un passo indietro, come lui stesso ha
più volte paventato, rimettendo alla città il suo mandato, cosa che dovrebbe
chiedere ora più che mai la sinistra “mazarese”, invece di limitarsi al solito
comunicato di circostanza. Sarebbe la popolazione tutta, cosciente di ciò che è
accaduto (o no) per le strade a scegliere: se sarà nuovamente rieletto,
significa che Mazara vuole Cristaldi con annessi e connessi. Ad ogni modo io
un'idea su cosa la gente voglia me la sono fatta e la mostro con due vignette
stupende (non create da me), che però riassumono il sentire popolare in maniera
concreta e diretta, come solo l'ironia sa essere.
![]() |
Soufien Zitoun |
![]() |
AT |
Ivano Asaro- AT
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lunedì 12 novembre 2012
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Il voto regionale siciliano spiegato ad un "Bolzanese"
![]() |
Baglio Santa Teresa- Castelvetrano |
Quello del
voto è il rito più alto e sacro della democrazia: essere una milionesima parte
di un problema e proporre per il tramite di una scheda la milionesima parte
della soluzione è quanto di più grande l'uomo possa fare (al di là di quanti
predicano il contrario).
Le elezioni
però sono anche lo specchio riflesso di una società e quanto più è complessa la
società che vota, tanto più sarà difficile capire cosa un voto rappresenti,
significhi, prepari.
Non solo: un
voto di milioni di persone per sua stessa natura riguarda tutte le altre
persone dello stato italiano. Calabresi, campani, piemontesi e trentini,
finanche Bolzano. E proprio ad un bolzanese il voto siciliano va spiegato,
perché lui è quanto di più lontano c'è dalla Sicilia.
I risultati
del 28 ottobre mostrano un primo vincitore: l'astensionismo. Ora, se in Emilia Romagna e Lombardia il “non voto”
è espressione di anti-politica, di disaffezione verso la classe dirigenziale,
altamente fallimentare e fallita, di una regione, in Sicilia è legato in primis
all’incapacità di Cosa Nostra nel riuscire ancora, con il suo appeal
assistenzialista, a catalizzare l’elettorato verso i “propri” deputati. Di
fatto la mafia in politica non è che una lobby (e neanche la più potente),
pertanto anche il consenso delle persone povere e più soggette al giogo dei
boss si disperde.
In seconda
battuta il significato del “non voto” riguarda certamente i partiti, unici
elementi nel meridione d’Italia in grado di dare un significato alla parola
“civismo”: il disinteresse dei votanti è il fallimento dei segretari dei grandi
partiti, interessati a ripartirsi i voti che rimangono, più che concorrere a creare
elettorati nuovi, a convincere la gente, a far sviluppare il senso
dell'appartenenza ideologica.
Il non voto
in Sicilia è una questione di rabbia in una terra dove la gente non sente più
la paura di bruciare le proprie tessere elettorali.
Ad un
risultato si è comunque giunti: il vincitore delle elezioni è stato Crocetta della coalizione UDC-PD. L’ex
sindaco di Gela, candidato dal partito di Casini, è sempre stato uomo di punta
del Partito Democratico che per non vederselo sottratto ha preferito accodarsi
(dimostrando per l’ennesima volta che in politica tutto è lecito).
Fermiamoci un
attimo: il PD è l’erede, neanche troppo fiero, del PC, ovvero del partito che
fu tra gli altri di Pio La Torre, mentre l’UDC è il partito che nel passato ha
rappresentato la vecchia e nuova Democrazia Cristiana di Salvo Lima e Totò
Cuffaro. L'erede indegno del partito “antimafia” con quello fiero di essere il più
mafioso e tangentista? Vederli insieme fa storcere il naso proprio come istinto
naturale. Ma d’altronde si può non pensare ad un inciucio nella terra del
Gattopardo e di Mannino, di Sciascia e di Corrado Carnevale?
Lo penso
anche io. D’altronde puoi essere onesto quanto vuoi, ma se ti accompagni a
gente figlia della malversazione politica non puoi che essere come loro se non
peggio. Non dimenticando che stiamo parliamo dello stesso PD che aiutò a
mantenere il potere di Lombardo quando la crisi politica del PDL poteva portare
al voto.
Ma lo stato
attuale delle cose deve però, per onestà intellettuale, essere raccontato tutto:
Crocetta, ex esponente comunista, come appreso per mezzo di intercettazioni, è stato
condannato a morte dalla mafia. Almeno
sul soggetto è lecito sperare e immaginare che sia in grado di vigilare
sull’UDC, che convinto di perdere con il centrodestra, abbia magari nel
frattempo sposato in toto la causa legalitaria del PD. Sognare per fortuna non
è ancora un reato.
Queste
elezioni ci hanno raccontato che i dubbi sulla citata alleanza PD-UDC non sono
soltanto “seghe mentali” di giornalisti mafiologi, tanto è vero che IDV e SEL
hanno deciso di correre da sole con Claudio
Fava presidente. Cioè non proprio: il candidato designato da tempo a
guidare la Sicilia ha sbagliato la procedura per la candidatura. Il fatto si
giudica da sè, come anche il grande sacrificio della Marano, segretario
regionale FIOM, messasi in gioco a partita persa per provare comunque a dare un
orgoglio ad una parte di Sicilia che voleva esentarsi dal votare l'UDC.
Il risultato
ottenuto è la giusta punizione per chi ha portato al ridicolo quei partiti e
quei candidati che sul territorio si sono comunque spesi.
Se la “sinistra
centrista” vince e non ride, il PDL non può che piangere. E’ vero la destra in
Sicilia esiste. E’ innegabile. Ma la gente irritata dal modo di fare nazionale
del Partito di Berlusconi, ha
abbandonato i giovani (ma vecchi) candidati, stanchi di rappresentare cordate
di barbe bianche dai mille vitalizi, che hanno reso vuota la classe dirigente
del partito. E non va certamente meglio al partito LA DESTRA, che addirittura
aveva nella coalizione di centrodestra il candidato, SebastiaNello Musumeci,
fieramente post fascista, che già battuto anni fa da Cuffaro ha fallito
nuovamente l’appuntamento con la presidenza di Palazzo d’Orleans.
Poi c’è Miccichè. Il bersaglio preferito della
satira. Quello che accostano alla vita leggera e “stupefacente”. E’ riuscito a
conseguire il massimo delle sue possibilità: Grande Sud è radicato nel territorio
e può essere una carta vincente per qualsiasi coalizione. Meno bene è andata ai
candidati sul territorio (certuni non proprio “santi”), che adesso vedono il
domani (specie i non eletti) in maniera difficile, con i conti da saldare, dopo
averci rimesso montagne di soldi in campagna elettorale. Miccichè si candida ad
un ruolo da protagonista nel palinsesto politico del domani, ingaggiando una
lotta para-federalista che lo vede come unico alfiere, specie ora che l'MPA è
dietro le quinte. Roma ed Arcore sono avvertite.
Infine c’è
quello che in barba ai pronostici ha superato lo stretto a nuoto, ha riempito
da solo le piazze, ha coniato slogan e sfatato i luoghi comuni: Beppe Grillo ed il suo movimento.
Ha dimostrato
che la Sicilia non è una terra di minorati mentali: anche in tempo di carestia
d’elettorato il voto d’opinione siciliano esiste ed è pure consistente.
Si potrebbe
parlare dei suoi onorevoli “attivisti”, di Cancelleri. Si potrebbe parlare, ma
non lo si fa. Li si aspetta giustamente al varco: a loro sta il compito di
dimostrare che anche senza essere eroi un siciliano può essere un
amministratore intransigente che si dedica al bene collettivo senza ritorni
personali. Il loro fallimento rappresenterà il crollo della speranza dei
siciliani onesti.
Caro Bolzanese, la Sicilia ha votato ed a modo suo è cambiata. Si
è rivoluzionata rimanendo sempre se stessa. Immensa e magica. In grado di non
fare sorprendere nessuno se al potere va un omosessuale in una terra
considerata retrograda, mentre il modo sbarra gli occhi se un nero diventa
presidente degli Stati Uniti d’America.
Roma parte da
Palermo: come sempre negli ultimi 30 anni. Sta ai siciliani non fermarsi ancora.
A Crocetta un
solo invito: l'UDC non è un gruppo di appestati, ma sarebbe difficile accettare
anche l'alleanza con Miccichè per ottenere una maggioranza. Non osi oltre il
sindaco antimafia e s’impegni soprattutto per la prima grande parola che manca non
appena il traghetto si lascia alle spalle Reggio Calabria: il lavoro.
Ivano Asaro-AT
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