"Voi volete ricacciarci indietro.
Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano al
quale mandiamo il più alto saluto" Giacomo Matteotti, discorso
alla Camera dei Deputati del 30 Maggio 1924
"Illustre professore…
purtroppo non vedo prossimo il tempo nel quale ritornerò tranquillo
agli studi abbandonati. Non solo la convinzione, ma il dovere oggi mi
comanda di stare al posto più pericoloso, per rivendicare quelli che
sono i presupposti di qualsiasi civiltà e nazione moderna".
E' il 10 maggio 1924 quando Giacomo
Matteotti declina l'invito ricevuto da Luigi Lucchini professore
universitario a Bologna ad accettare la cattedra universitaria
offertagli, ruolo istituzionale che lo avrebbe allontanato dal
"fronte antifascista", per lo meno quello delle prime
linee; l'invito a riprendere l'impegno scientifico, che se accettato
avrebbe di certo salvato Matteotti dai fascisti, fu invece rifiutato
e rimandato al mittente.
Questa lettera, già di per sé
stimabile nelle parole, deve però essere contestualizzata nella
realtà storica per diventare eroica.
La lettera porta data 10 maggio 1924, la
prima aggressione fascista ai suoi danni risale al 18 gennaio 1921,
quando dopo appena 2 mesi di attività parlamentare, il deputato
socialista , recatosi a Ferrara viene a conoscenza per la prima volta
della viltà fascista, conoscenza che significò schiaffi ,insulti e
sputi.
Imperterrito il deputato Matteotti
compie la sua prima denuncia contro le violenze fasciste nell'aula di
Montecitorio, riportando, con precisione di dati, nomi , luoghi e
date violenze, saccheggi, incendi, minacce e violenze fisiche a danno
di donne e bambini.
 |
Giacomo Matteotti |
Il 10 marzo compie la sua seconda
denuncia contro la violenza delle squadracce, verrà aggredito solo
2 giorni dopo a Rovigo, "dove viene prima rinchiuso, minacciato,
insultato, caricato su un camion, sottoposto a ripetute violenze e
minacce e rilasciato in piena notte a Lendinara, il parlamentare
polesano camminerà per 16 chilometri per essere presente la mattina
dopo a Rovigo dove era attesa la sua firma per la proroga del patto
agrario". (alcuni fascisti si vantarono di avergli riservato in quella
occasione anche violenza carnale).
Ad agosto dello stesso anno scampa
fortunosamente alcuni colpi di pistola.
Nel marzo del 1924 subisce nuove
aggressioni a Cefalù.
 |
Giacomo Matteotti |
Non si piegò al regime ed il 30 Maggio
1924 pronunciò il celebre e fatale discorso alla Camera, nonché
l'ultimo.
Il 10 giugno dovette sopportare
l'ultima e la più alta sofferenza che gli uomini del duce gli
serbarono, rapito sul lungotevere Arnaldo da Brescia , fu ritrovato
senza vita il 16 Agosto 1924, mutilato.
Giacomo Matteotti fu ucciso
dai sicari del fascismo "buono", dai sicari di chi "ha
fatto anche cose buone", è stato torturato, umiliato, il suo
corpo spezzato e privato degli organi genitali, lasciato in una fossa
scavata alla meno peggio dove gli animali della selva hanno potuto
farne incetta.
 |
Il cane "TRAPANI" che trovò il corpo |
Il suo corpo dilaniato, fu simbolo e
presagio di un Italia che di li a poco avrebbe fatto la stessa fine.
Quell'Italia che non capì subito ciò
con cui aveva e avrebbe avuto a che fare. La borghesia prima di tutti
fu responsabile, ha finto di credere che il regime fosse solo un
argine al disordine, all'anarchia, all'inflazione galoppante.Quando i fascisti con questo più che con altri episodi, svelarono la loro vera indole, il Paese era attonito e capì che
era ormai troppo tardi.
 |
La Lanci Lambda utilizzata per il vile gesto |
Quando si ha a che fare con vite così
grandi è difficile trovare un episodio capace di raccontarle, questo
però più di altri secondo me ha la capacità di raccontare ciò che
più mi ha colpito di Matteotti, il simbolo del coraggio perseverante e
irriducibile di chi sa per cosa combatte, il coraggio infinito e
invincibile di chi ha esattamente chiaro il percorso e la
destinazione.
 |
Italo Arcuri, autore del libro |
Una stretta cerchia di eroi ha
camminato le strade del mondo, in ognuna delle sue parti, una stretta
cerchia di persone è entrata di diritto nella parte dei "buoni
della storia", vengono chiamati santi, eroi sovrumani, niente di
tutto questo, sono umani, niente di meno e niente di più, sono
persone grandi che dimostrano ripetutamente come l'uomo sia fatto di
una sostanza molto più nobile di quella che crediamo, di quella che
ci fanno credere, la storia di Matteotti racconta di quanto grande
sia l'essere umano.
Il coraggio, la bontà, l'intelligenza,
l'eroismo, sono caratteristiche proprie , prima di tutto degli esseri
umani.
Giacomo Matteotti fu uomo non santo, ma
più di altri santi fu alta la sua morte.
Albino Volpi, "la pupilla dei miei
occhi", così lo chiamava il duce, sferrò la pugnalata
decisiva, l'ultima che l'Italia inflisse ad uno dei suoi figli più
grandi, interrogato in istruttoria rivelava che Matteotti morì con
un contegno quasi spavaldo :<<ha continuato a gridarci in
faccia, fino alla fine assassini! barbari, vigliacchi! Mai ebbe un
momento di debolezza per invocare pietà, e mentre noi continuavamo
egli ci ripeteva: Ucciderete me, ma l'idea che è in me non la
ucciderete mai!probabilmente se si fosse umiliato un momento e ci
avesse chiesto di salvarlo e avesse riconosciuto l'errore della sua
idea , avremo forse non compiuto fino alla fine la nostra operazione.
Ma no, fino alla fine, fino a che ha avuto un filo di voce ha
gridato. E' morto gridando viva il socialismo.>>
 |
Giacomo Matteotti |
Se la pietà e la fantasia, si
trasformassero in sdegno, rabbia e ribrezzo allora il corpo di
Matteotti diventerebbe questione civile. Faccenda di denuncia
politica e sociale.
L'omicidio, passato alla storia come
conseguenza "naturale" del discorso del giugno 1924,
potrebbe avere risvolti diversi se si considerano alcuni dati,
Amerigo Dumini confessa che il movente dell'omicidio fu l'affare
Sinclair Oil, la moglie dice che la mattina del suo rapimento Giacomo
era diretto in parlamento con importantissimi documenti, il figlio di
Matteotti afferma che le scoperte del padre sul caso Sinclair Oil
furono il principale movente del suo omicidio, di cui fu complice
interessato lo stesso re.
Matteotti scoprì qualcosa, forse
qualcosa di più fastidioso del suo ultimo intervento parlamentare.
Perché dunque fu ucciso, da chi? per
conto di chi? questo e altro è raccontato dal libro il "corpo
di Matteotti", un saggio, una ricostruzione storica che mira
prima di tutto a dare dignità ad una figura che vive colpevolmente
nelle soffitte della storia.
"Il corpo di Matteotti è prima
di tutto una doverosa sfida all'oblio e al silenzio. Una sorta di
piccolo balsamo contro la malattia civile che tende a far scomparire
qualunque traccia della nostra memoria storica.E' anche una lotta
contro noi stessi, perché l'ignoranza non prenda il sopravvento e la
perdita di contatto con il passato non diventi una costante della
nostra già abulica civiltà".
"E' infine una schietta correzione a
quanto espresso in modo prepotente, da Roberto Farinacci, giornalista
e gerarca fascista che scrisse :"che fare dunque? continuare a
parlare di Matteotti? no perché il popolo italiano ne è nauseato."
Matteotti ci mise la faccia e quella
faccia fu sfigurata dal male "dell'indifferenza", <<Il Male
della Dimenticanza>> si cura guardando dritto negli occhi la storia del
Ventesimo secolo. E leggendola come se fosse oggi, perché se l’amore
per la libertà si affievolisce gli orrori che abbiamo alle spalle
potrebbero ripetersi oggi.
E
dunque "si invece perché il popolo italiano non dimentichi".
 |
Alberto Arcuri
|
Alberto Arcuri