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Mirko Scimemi |
Come pronosticavano in
molti, è stata l’estate delle grandi punte, da Falcao e Bale,
tutte le grandi europee, o chi lo vuol diventare come Napoli Monaco e
Fiorentina, hanno fatto shopping in attacco.
I soliti sceicchi hanno
portato in Francia giocatori come Cavani e Falcao per cifre che hanno
fatto felici le casse delle società da cui provenivano. In Germania
il Bayern “piglia tutto” si è rinforzato andando a prendere
Mario Goetz e Thiago Alcantara su richiesta esplicita di Pep
Guardiola.
In Spagna invece come ogni anno non si bada a spese, le
big hanno fatto acquisti che nessun club potrebbe sostenere, montagne
di euro per rinforzare reparti già abbastanza coperti. Per
tradizione Barcellona e Real, che fatturano il doppio delle società
italiane, nelle sessioni estive devono piazzare il colpo, non tanto
per migliorare la squadra, ma per fini mediatici. A inizio estate
Neymar, acquisto blaugrana per un totale di 67 milioni, e nell’ultimo
giorno di mercato i blancos hanno ufficializzato per ben 99 milioni
Gareth Bale, asso ex Tottenham che ha suscitato l’invidia di C.
Ronaldo diventando l’acquisto del Real Madrid più caro di sempre.
Acquisti, si sensazionali, ma allo stesso tempo irrilevanti per
innalzare il livello della squadra, in quanto si va a potenziare
l’attacco tralasciando le falle difensive che Real e Barca si
portano dietro da almeno due stagioni.
Il vero mercato si è svolto
in Italia, non abbiamo preso né Bale né Neymar, ma grazie a
cessioni onerose o ingenti ricavi negli ultimi anni, le italiane
hanno arricchito la nostra Serie A con Tevez, Higuain, Gomez, per non
parlare dei ritorni dei vari Kakà e Maicon, che anche se
ultratrentenni hanno sempre un certo appeal. Ma non solo attacco, chi
più chi meno, ha pensato a sistemare i difetti alla base,
rinforzando difesa e mediana e diventando sempre più competitivi,
attrezzando i rispettivi club per sostenere l’onere degli impegni
europei. Certo non siamo in grado di competere contro le corazzate
spagnole e tedesche, ma sicuramente non possiamo ritenerci così
inferiori come lo è stato negli ultimi anni, adesso è il momento di
fare esaltare il valore del calcio e non del denaro, non può sempre
vincere chi ha più soldi, alla fine deve esultare chi fa grandi cose
con quello che si ha,entro i limiti del normale.
Una cosa sola mi
meraviglia: l’immobilismo di Platini. Il presidente che ha
introdotto il fair play finanziario, rimane quasi impassibile di
fronte all’esborso di cifre astronomiche, come è mai possibile?
Alcune squadre si sono messe in norma, chi ha dimezzato il monte
ingaggi, chi ha cercato di aumentare i ricavi con gli sponsor,
insomma si sono dati da fare, ma coloro che arrivano sempre in fondo
alle competizioni europee non badano a spese. Vogliamo il rispetto
del fair play anche noi monsieur Platini, o la paura che il calcio
italiano primeggi di nuovo la preoccupa non poco?
Mirko Scimemi
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